Mentre l’Europa continua stoicamente a elucubrare sull’infausto destino di Bacco, accusandolo di essere nocivo per la salute dell’uomo (al pari delle bionde), dalle cantine di casa nostra, deo gratias, non smettono di uscire mirabili capolavori sottovetro. Bottiglie di un certo peso, perché il «camaleontico vermiglio», dopo mesi e mesi di riposo all’ombra di pregiati legni, è finalmente pronto a dare il meglio di sé. Le temperature in diminuzione aiutano. Permettono di tenere, senza improvvisi sbandamenti, il tanto temuto grado alcolico. E la beva si fa poesia. In fondo, dopo fiumi di bollicine e bianchi ghiacciati per brindare all’estate, alzi la mano chi, qui e ora, non vorrebbe trovarsi davanti a una succosa bistecca alla griglia accompagnata da un calice di rosso. Purché quest’ultimo sia grande, nonché figlio di un’arte millenaria che – c’è da sperare – non vada mai in fumo.