Il 13 novembre il regime dei taliban ha condotto a Gardez, nell’est del paese, una rara esecuzione pubblica di un uomo condannato a morte per omicidio. È stata la sesta esecuzione pubblica dal ritorno al potere dei taliban nel 2021, secondo un conteggio dell’Afp.
L’uomo è stato messo a morte tramite fucilazione nello stadio di Gardez, il capoluogo della provincia di Paktia, alla presenza di migliaia di spettatori.
Il giorno prima le autorità locali avevano invitato gli abitanti a “partecipare all’evento”.
L’ordine d’esecuzione è stato firmato dal leader supremo dei taliban, l’emiro Hibatullah Akhundzada, ha affermato la corte suprema in un comunicato. Akhundzada vive in isolamento nella sua roccaforte di Kandahar (sud) e da lì governa il paese con decreti e direttive.
“I tribunali avevano già esaminato la questione a fondo”, ha aggiunto la corte suprema.
Dopo il rifiuto dei familiari della vittima di perdonare l’autore dell’omicidio, le autorità hanno ordinato l’esecuzione in base al concetto islamico di qisas, una sorta di legge del taglione, secondo la stessa fonte.
È stato un familiare della vittima a sparare per tre volte all’uomo condannato a morte.
Nel febbraio scorso in Afghanistan erano state condotte tre esecuzioni pubbliche: due a Ghazni (est) e una a Sheberghan (nord). Altre due erano state condotte nel dicembre 2022 e nel giugno 2023.
Le esecuzioni pubbliche, tramite fucilazione o lapidazione, erano molto diffuse all’epoca del primo regime dei taliban, tra il 1996 e il 2001.
Dall’agosto 2021 le autorità eseguono regolarmente fustigazioni pubbliche per alcuni reati, tra cui furto, adulterio e consumo di alcol.