Nel corso del consueto appuntamento con la sua rubrica per Il Corriere dello Sport, il collega Franco Ordine ha così parlato della prestazione del Milan a Cagliari, titolando il commento: “I due volti di un Milan inaffidabile”.
“A questo punto del torneo il giudizio può diventare definitivo: questo Milan è inaffidabile. Poi si possono mettere sul tavolo le tesi più radicali e le più controverse, partire dal piano partita di Fonseca per finire alla cifra tecnica dei suoi difensori, passando per il discutibile contributo di alcuni esponenti (Chukwueze, Emerson, Fofana per esempio) fino a ieri considerati il valore aggiunto di questa stagione. Di sicuro non si può nemmeno accusare il sistema di gioco scelto dal tecnico portoghese perché nel finale, dinanzi al tambureggiante assedio del Cagliari, la scelta di far entrare anche Tomori, schierando 5 sentinelle dinanzi al magnifico Maignan, era l’unica soluzione possibile.
E allora per capire meglio quello che è successo fin dal primo minuto (con Augello sulla sinistra diventato una copia di Roberto Carlos) bisogna puntare i riflettori sulla resa di Emerson Royal e di Theo Hernandez che hanno concesso spazio e duelli ai rispettivi rivali senza opporre alcuna resistenza. Zappa, non a caso, sull’altro binario, è diventato l’uomo della provvidenza finale con quel capolavoro di gol del 3 a 3 che il giovanotto può incorniciare in un manifesto e portare a casa da far rivedere ai bimbi.
Ecco allora da dove bisogna ripartire durante la sosta per decifrare l’autentica fragilità di questo Milan che nell’occasione può contare anche su uno strepitoso Leao in vena di perfido bomber. Più di due gol Rafa non può offrire alla patria tradita da una difesa di carta velina. Per una volta può rimanere dietro le quinte il debutto di Camarda (anche se il giovanotto incide più in difesa con un salvataggio strepitoso), può anche finire in un sommario il primo sigillo di Abraham intervenuto da qualche minuto e capace di farsi trovare pronto sul palo giusto per la deviazione facile facile. Quello che non si può tralasciare è lo scarabocchio di Fofana, gli sfondoni di Thiaw e Pavlovic, specie nei duelli aerei in occasione dei tanti cross o angoli lanciati come droni dai piedi di Augello e soci.
E se si paragonano questi errori alle perfette chiusure denunciate qualche giorno prima a Madrid, allora bisogna aprire un fascicolo per chiamare alla sbarra non l’allenatore, non il sistema di gioco ma le motivazioni dei milanisti in uno snodo che poteva diventare decisivo per recuperare il terreno perduto. Un Milan così, inaffidabile, può solo continuare a essere una sera eroico e una sera lazzarone così dilapidando il tesoro di auto-stima e consapevolezza guadagnato nella notte del Bernabeu. Così di strada ne farà poca”.