La storia di una famiglia che, da tre generazioni, alimenta le emozioni degli appassionati e non, di motori. Dellorto, azienda brianzola, è una delle protagoniste all’81esima edizione di Eicma, l’esposizione internazionale delle due ruote, in programma a Fiera Milano Rho fino a domenica. Nata nel 1933 come realtà puramente meccanica, si è poi evoluta nella meccatronica, per essere, ad oggi, una realtà fortemente orientata sull’elettronica.
«Dalla nostra alta specializzazione nei carburatori abbiamo poi ampliato la gamma di prodotti studiando e realizzando corpi farfallati, sistemi a iniezione e centraline elettroniche, fino ai più recenti progetti sull’elettrificazione. Un patrimonio genetico in evoluzione e che si arricchisce di elementi fondanti e che soprattutto non lascia indietro nessuno», spiega a Libero Andrea Dell’Orto, vicepresidente della società. In particolare, sono quattro gli aspetti che contraddistinguono l’identità dell’azienda, il cosiddetto “DN4”, e su cui, inoltre, si focalizza lo spazio espositivo presso la kermesse dedicata alle moto: lo stand «si sviluppa su quattro aree principali, declinate tra motorsport, iniezione, elettrico e aftermarket», continua il vicepresidente.
Una sintesi di tutti quegli ambiti dove Dellorto, nel corso della sua storia lunga 91 anni, «è riuscita spesso a ritagliarsi un ruolo di leader. O dove, grazie a processi e investimenti continui legati all’innovazione e alla ricerca, sta consolidando la propria posizione con l’ampliamento della gamma e con un know-how che ci proietta come protagonisti rispetto alle importanti sfide legate alla mobilità di domani», sottolinea Dell’Orto.
Partendo dal carburatore, cuore e simbolo dell’azienda brianzola, è stata in grado di evolversi, rispondendo alle sfide di un’industria in rapida trasformazione. La società ha quindi ampliato il proprio assortimento, fino al consolidamento della sua presenza anche nel motorsport.
500 TITOLI
«Ad oggi sono oltre 500 i titoli iridati, tra corse su strada e in pista, il cross, l’enduro, la Dakar, i record di velocità, il trial, il supermotard ed il kart», puntualizza il vicepresidente. Ed è proprio questo settore a essere «la palestra d’eccellenza per sviluppare soluzioni innovative e sostenibili»: dai corpi farfallati dell’Aprilia MotoGp a quelli della Porsche Gt3 Supercup, passando ai carburatori per i Kart, fino alla Ecu della Moto3. Questo dna sportivo è anche dovuto al fatto che «nel 1940, a 7 anni dalla sua fondazione, Dellorto avvia la produzione di carburatori ad alta prestazione per applicazioni sportive. E in quel momento comincia un viaggio che porta» questi prodotti «in pochi anni a girare tra i circuiti prima di tutta Italia e poi di tutto il mondo. D’altronde, se è vero che l’azienda sostiene costantemente e a tutto campo lo sviluppo e l’adozione di combustibili basati sulle fonti rinnovabili, al contempo la sua attività come partner del campionato MotoE, l’apice della propulsione elettrica in ambito motociclistico, risulta fondamentale». Infatti, l’impegno parallelo sul versante dei motori a combustione, settore dove Dellorto punta a rafforzarsi e ad espandersi, ed in quello elettrico riflette la strategia aziendale, che propone nuove soluzioni per l’elettromobilità.
Quanto alla mobilità del futuro, in particolare se parliamo dell’elettrico, fortemente incentivato dall’Unione europea, Dell’Orto non ha dubbi: «Dobbiamo certamente puntare a raggiungere gli obiettivi della sostenibilità ambientale» ma «per farlo non dobbiamo precluderci tutte le strade possibili per farlo. Dellorto offre anche una gamma di soluzioni per la mobilità elettrica, coprendo una fascia di potenze e autonomia in grado di soddisfare tutte le applicazioni destinate alla mobilità urbana. Ma per mezzi destinati a lunghe percorrenze o utilizzi prolungati serve puntare alla neutralità tecnologica. Nessuno esclude l’elettrico, ma perché precludersi altre vie come quelle dei bio fuel, l’e-fuel e l’idrogeno?», si domanda il vicepresidente.
TECNOLOGIE
Le tecnologie «ci sono e su alcune di queste in Italia potremmo essere anche leader per quanto riguarda ricerca e innovazione». Conduzione familiare ma spirito internazionale. Due fattori chiave che hanno consentito alla società di affermarsi a livello internazionale, ma anche di espandere i propri confini industriali. Prima in India, nel 2006, con la produzione di corpi farfallati e centraline e partnership con importanti produttori locali, e in seguito in Cina, dove il gruppo è presente dal 2011 per la produzione di moduli benzina e batterie.
Per mantenere la competitività è necessario evolversi: «L’innovazione rientra in quel processo che in questi oltre 91 anni ci ha permesso di rimanere competitivi. Cosa resa possibile soprattutto grazie alla lungimiranza, riscontrabile poi in ogni generazione, nel capire i cambiamenti che interessavano o avrebbero interessato il nostro settore. Ai quali abbiamo risposto e rispondiamo con continui investimenti in innovazione. Ma anche con partnership vincenti con realtà del settore, centri di ricerca e università. Se non ci fossimo innovati ci saremmo preclusi quelle opportunità che l’evoluzione tecnologica nel nostro settore offriva e offre nel cambiamento».
«Proprio in questi giorni ha concluso il vicepresidente Dell’Orto – abbiamo presentato un nuovo prodotto, il PHDG. Un carburatore nuovissimo che darà il via poi a una gamma che si declinerà in varie misure e regolazioni. Ideato, progettato e fortemente voluto da mio padre, l’ingegnere Giuseppe Dell’Orto, presidente dell’azienda – dettaglio non da poco che trapela anche nel nome stesso che, nelle ultime due lettere, riprende proprio le sue iniziali – è un omaggio, anzitutto a lui e al suo genio in continua attività».