SAN BENEDETTO La salma di Massimiliano Galletti potrebbe rientrare già la prossima settimana. Un’agenzia di pompe funebri si sta occupando del rimpatrio. Questione discussa ieri in un incontro che il sindaco ha avuto prima con la famiglia e successivamente con l’agenzia che si è fatta carico del recupero.Intanto ieri sera sono trapelate alcune nuove informazioni: secondo fonti familiari l’uomo era un soccorritore paramedico e sarebbe morto nel tentativo di salvare vite umane per colpa di una granata. Si tratta comunque di notizie ancora tutte da verificare e che non hanno avuto un riscontro ufficiale.
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L’incontro
Si è svolto ieri, nel primo pomeriggio, l’incontro tra il sindaco Spazzafumo e la famiglia di Galletti. Presenti nell’ufficio del primo cittadino la moglie dell’ex dipendente, Donatella Scarponi, assieme alla sorella del cinquantanovenne. Un momento di accoglienza nel corso del quale i parenti hanno chiesto un aiuto al Comune per il rientro della salma. «Non abbiamo discusso tanto delle modalità in cui è deceduto il povero Massimiliano – ha riferito il sindaco Spazzafumo – quanto come intervenire per riportarlo a casa». Sarà un’agenzia di onoranze funebri che ora si metterà in contatto con l’ambasciata italiana a Kiev per fissare tutti i passaggi finalizzati a recuperare il corpo e riportarlo in Italia. Operazione che non dovrebbe avere tempi lunghi visto che il rimpatrio è previsto già per la prossima settimana.
Il dolore
«Purtroppo al momento non ho notizie precise e non posso essere di aiuto». Poche parole da parte di Alessandra Galletti, sorella della vittima che si è chiusa nel suo dolore e impegnata a conoscere gli ultimi istanti della vita del fratello oltre che a far ritornare il corpo del fratello a San Benedetto. Galletti, 59 anni, dipendente comunale, stava operando come vigile del fuoco al confine tra Polonia e Ucraina quando sarebbe rimasto ferito da una granata per poi essere stato ricoverato per un mese nell’ospedale di Kiev.
Lo stupore
Grande cordoglio ha destato la notizia della scomparsa di Galletti presso il settore anagrafe del municipio dove lavorava e dove mancava da oltre due anni, da quando aveva iniziato la sua missione in Ucraina. A ricordarlo anche il suo dirigente del settore affari generali Roberto De Berardinis a cui Galletti aveva scritto a fine luglio puntualizzando come fosse impossibilitato a rientrare a causa della legge marziale che non gli avrebbe permesso il rientro, infatti dopo un primo periodo di aspettativa il messo comunale sarebbe dovuto rientrare in servizio. «Eravamo compagni di banco alle scuole “Gabrielli”- racconta il vice presidente del comitato di quartiere Sant’Antonio Tony Alfonsi – sedevamo all’ultima fila e ne facevamo di tutti i colori. Ci siamo sempre tenuti in contatto, ogni volta che ci si incontrava ricordavamo i tempi della scuola e sapevo della sua attività di volontario e di addestratore di cani».