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Volkswagen in crisi: l’utile operativo del terzo trimestre crolla del 42%

Volkswagen in crisi: l’utile operativo del terzo trimestre crolla del 42%



Volkswagen crolla con l’utile operativo del terzo trimestre a picco del 42% e taglia fabbriche e stipendi (10%). In Italia intanto va in scena la querelle che rischia di esplodere tra Stellantis e Parlamento. Il presidente John Elkann “invitato” in Parlamento per essere sentito sulla difficile situazione dell’automotive italiano ha risposto con un “no grazie”. Le reazioni politiche sono esplose e una nuova convocazione, ufficiale, è dietro l’angolo.

Volkswagen ha chiuso il terzo trimestre del 2024 con dati allarmanti: l’utile netto è crollato del 63,7%, attestandosi a 1,58 miliardi di euro. I ricavi trimestrali si sono attestati a 78,5 miliardi di euro, in calo dello 0,5% rispetto al 2023, a conferma di una debolezza nella domanda, mentre l’utile operativo ha subito una contrazione del 41,7%, scendendo a 2,85 miliardi di euro e al di sotto delle aspettative degli analisti, che avevano previsto 3,89 miliardi. In questo contesto, il margine operativo ha raggiunto appena il 3,6%, il livello più basso degli ultimi quattro anni. L’analisi dei dati sui primi nove mesi del 2024 mostra un fatturato complessivo in leggero aumento, a 237,3 miliardi di euro, rispetto ai 235,1 miliardi dello stesso periodo del 2023. Tuttavia, l’utile operativo si è ridotto del 21%, fermandosi a 12,9 miliardi, mentre l’utile netto è crollato del 30,7%, toccando gli 8,9 miliardi. La situazione appare critica anche considerando il margine operativo complessivo del 5,4%, nettamente inferiore rispetto agli standard del settore. “I nostri risultati di nove mesi riflettono un contesto di mercato difficile e sottolineano l’importanza di portare avanti i programmi di ristrutturazione”, ha dichiarato il CEO Arno Antlitz evidenziando la necessità di una drastica riduzione dei costi. Piano drastico che prevede la chiusura di tre stabilimenti in Germania e una riduzione salariale del 10% per i dipendenti. Immediata la reazione accesa da parte dei sindacati.

Mentre in Germania Volkswagen affronta sindacati e governo, in Italia Stellantis si trova al centro di una querelle istituzionale, dopo che il presidente del gruppo John Elkann ha declinato, con una lettera, l’invito a partecipare ad un’audizione alla Camera. Il rifiuto di Elkann, giustificato da una sorta di “ha già detto tutto l’amministratore delegato Carlos Tavares”, ha sollevato la reazione del mondo politico. Il Presidente della Camera Lorenzo Fontana ha definito “grave” la scelta di Elkann di “scavalcare il Parlamento”. Fratelli d’Italia ha bollato la decisione come “vergognosa e scandalosa”. E la commissione Attività produttive della Camera ha fatto capire chiaramente che non molla e che “rinnoverà la richiesta di audizione” del presidente del gruppo guidato da Tavares.

La tensione si inserisce in un contesto di difficoltà per l’automotive italiano, che ha visto un calo della produzione di Stellantis in Italia di oltre il 30% nei primi nove mesi dell’anno rispetto allo stesso periodo del 2023. Anche la Manovra, con un taglio di 4,6 miliardi al fondo per l’automotive, ha contribuito ad inasprire i rapporti tra il governo e Stellantis. Fonti parlamentari sottolineano come il gruppo stia riducendo la produzione in Italia a favore di paesi con costi più bassi, alimentando la percezione che l’azienda, pur beneficiando di incentivi nazionali, non stia facendo abbastanza per sostenere l’occupazione sul territorio.

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