Il Derby d’Italia ha regalato uno spettacolo all’altezza dell’occasione. E’ vero, ci sono stati errori e omissioni difensive che hanno arricchito lo score numerico, ma per una volta è giusto partire dal bello. Che è stato tanto, equamente distribuito dentro una sfida che ne ha contenute tante e diverse. Prima molta Inter, poi il ritorno furente della Juventus, la reazione dei nerazzurri e, quando tutto sembrava apparecchiato per i campioni d’Italia, il talento di Yildiz sbucato dalla panchina per rimettere tutto in equilibrio. E’ finita 4-4, risultato d’altri tempi. La verità è che esce meglio Thiago Motta di Inzaghi e non solo per la doppia rimonta.
Alla vigilia ci si interrogava sul peso delle assenze. Numerose, soprattutto per la Juventus. Il paradosso è che è stato proprio Motta a ricevere dalle riserve qualcosa in più mentre Inzaghi ha visto la sua squadra perdere compattezza e fiducia col passare dei minuti, pur essendo stata a tratti in controllo del risultato. Un campanello d’allarme che deve suonare forte ad Appiano Gentile: subendo 13 gol in 9 giornate non c’è chance di vincere lo scudetto, un anno fa erano stati 22 in tutto il campionato. La mancanza di Acerbi non basta a spiegare i blackout in serie che hanno aperto la strada alla Juventus.
Anche la difesa bianconera ha scricchiolato in maniera paurosa ma qui c’è qualche alibi in più. Nel gioco delle assenze, quelle di Thiago Motta erano certamente più pesanti e alla fine sono state coperte dal coraggio con cui, nonostante il doppio svantaggio, la Juventus ha rifiutato la sconfitta. Capitolo a parte per Conceiçao: semplicemente imprendibile.
Impacchettato tutto il bello della sfida di San Siro, resta un pareggio che consegna ad entrambe il ruolo di concorrenti per lo scudetto e che fa felice soprattutto il Napoli. La classifica rischia di ingannare; è vero che i partenopei hanno quattro lunghezze di vantaggio sull’Inter e cinque sulla Juventus, ma ora per Conte si apre un periodo di sfide al vertice che dirà di più sulla consistenza dei sogni tricolori. Ci sono anche due trasferte nell’arco di tre giornate a San Siro. Il campionato entra nel vivo.