La legge di bilancio è arrivata al Parlamento: l’iter di approvazione partirà dalla Camera e si concluderà entro il 31 dicembre. I dipendenti riceveranno ancora il taglio del cuneo fiscale, reso strutturale in forma diversa. Cresceranno i fringe benefits per i nuovi assunti, a specifiche condizioni, e sono previsti aumenti degli stipendi per i dipendenti statali.
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Il testo della legge di bilancio è arrivato alla Camera: l’iter di approvazione partirà dalla commissione Bilancio di Montecitorio, con le audizioni a partire da lunedì 28 ottobre, mentre il testo potrebbe arrivare in Aula nella seconda metà di novembre. Tra le varie misure inserite nella manovra, ci sono anche degli aumenti in campo pensionistico e per quanto riguarda gli stipendi. I lavoratori dipendenti continueranno a beneficiare del taglio del cuneo fiscale, reso strutturale e modificato; i fringe benefits aumenteranno per i nuovi assunti ad alcune condizioni; e saliranno anche gli stipendi per i dipendenti statali – con fondi anche per aprire la prossima contrattazione collettiva.
L’aumento delle pensioni minime fino a 617 euro
Il primo aumento è uno di quelli che hanno generato più delusione e discussioni. L’importo delle pensioni minime salirà del 2,2% l’anno prossimo, e poi dell’1,3% nel 2026. Si tratta di un incremento in linea con altri promossi negli anni passati, ma a stupire è il fatto che questi aumenti non si applicheranno alla somma ricevuta quest’anno dai pensionati.
Infatti, nel 2024 l’importo minimo della pensione subiva già un aumento del 2,7%. Quindi, l’assegno sarebbe stato di 598 euro, ma in realtà tutti coloro che ricevono la pensione minima incassano 614,77 euro al mese. L’aumento del 2,7%, però, scadrà l’anno prossimo e non sarà rinnovato, cosa che invece in molti si aspettavano.
Sarà sostituito da un incremento più basso, quello del 2,2%. La sostanza è che, tenendo conto anche dell’aumento legato all’inflazione, i pensionati passeranno da un assegno da 614 euro a uno da circa 617 euro al mese. Appena tre euro in più. Questo è uno dei temi su cui, in Parlamento, la maggioranza cercherà probabilmente di intervenire.
Aumentano i fringe benefits per i nuovi assunti
In alcuni casi specifici, i nuovi lavoratori assunti in un’azienda potranno avere accesso a fringe benefit fino a 5mila euro all’anno su cui non pagheranno le tasse. La novità riguarda quei dipendenti assunti nel 2025 che, per lavorare, spostano la propria residenza di almeno 100 chilometri. In più, il loro reddito nell’anno prima dell’assunzione dovrà essere al di sotto dei 35mila euro.
L’esenzione fino a 5mila euro sarà valida per due anni dalla data dell’assunzione. E il benefit dovrà specificamente essere rivolto al pagamento dell’affitto, oppure a coprire le spese di manutenzione della casa. Bisogna ricordare che il fringe benefit non è un bonus per tutti i dipendenti, ma dipende dalle decisioni dei datori di lavoro, che possono decidere di erogarli o meno, o comunque dalle condizioni contrattuali concordate. In ogni caso, per avere accesso al tetto dei 5mila euro il dipendente dovrà consegnare al datore di lavoro una dichiarazione in cui specifica il suo luogo di residenza nei sei mesi prima di essere assunto.
La manovra prevede anche che fino al 2027 saranno in vigore le soglie dei fringe benefit varate per quest’anno: fino a mille euro per tutti i dipendenti, e fino a duemila per coloro che hanno figli a carico (cosa da comunicare al datore di lavoro inserendo i codici fiscali dei figli). I soldi dovranno essere usati per pagare le bollette, l’affitto o il mutuo.
Bonus stipendi, di quanto aumentano le buste paga degli statali
L’aumento di stipendio per i dipendenti statali non è inserito direttamente nella legge di bilancio, ma ci sono i fondi per la contrattazione collettiva. Si prevede un lieve aumento per le trattative già iniziate sul contratto 2022-2024, con 112 milioni di euro in più all’anno stanziati che potrebbero ‘arrotondare’ gli aumenti emersi dalle trattative. Si dovrebbe arrivare, così, a un incremento da circa 165 euro al mese, in media, per i dipendenti dei ministeri, di Inail e Inps, Agenzia delle Entrate e altri enti.
In più, la legge di bilancio prevede anche degli stanziamenti per i contratti dei prossimi anni per tutti i dipendenti pubblici, che sono ancora lontani dall’entrare nel vivo dei negoziati. Ad esempio, per il triennio 2025-2027 ci sono 1,75 miliardi di euro nel 2025, 3,55 miliardi nel 2026 e 5,55 miliardi nel 2027. In più, per il triennio 2028-2030 ci sono 12 miliardi di euro circa (1,95 miliardi nel 2028, 4 miliardi nel 2029 e 6,1 miliardi nel 2030).
Come funzioneranno le aliquote Irpef su tre scaglioni nel 2025
Con la legge di bilancio, come il governo aveva anticipato, diventa stabile anche la nuova Irpef a tre aliquote. Nel 2025, a meno di interventi successivi in Parlamento, saranno confermati questi tre scaglioni:
- fino a 28mila euro euro di reddito si pagherà il 23%
- tra 28mila e 50mila euro di reddito si pagherà il 35%
- sopra i 50mila euro si pagherà il 43%
In più, è confermato che la ‘no tax area‘ in cui non bisogna pagare l’imposta sui redditi sale fino a 8.500 euro all’anno, anche per i pensionati come già è per i pensionati. Per quanto riguarda le aliquote Irpef, il centrodestra ha già fatto sapere che se i fondi basteranno ci sarebbe l’intenzione di abbassare quella intermedia, fino al 33%. Molto dipenderà da quanti soldi arriveranno da misure come il concordato preventivo biennale per le partite Iva.
Chi beneficerà del taglio del cuneo fiscale nel 2025
Una delle misure su cui il governo ha puntato di più nella legge di bilancio è il taglio del cuneo fiscale, che diventerà strutturale. La misura fino a quest’anno prevede che i redditi fino a 25mila euro ricevano un taglio dei contributi da versare pari 7 punti punti, mentre tra 25mila e 35mila euro il taglio è di 6 punti. Concretamente, questo si traduce in un aumento che arriva fino a cento euro in busta paga: soldi che, altrimenti, sarebbero versati in contributi per la pensione. Dall’anno prossimo, invece, la misura cambierà parecchio.
Per chi ha un reddito fino a 20mila euro sarà erogata direttamente una somma (su cui non si pagheranno le tasse) da inserire in busta paga:
- per i redditi tra 8.500 euro e 15mila euro, la somma sarà pari al 7,1% dello stipendio;
- per i redditi tra 15mila e 20mila euro, la somma sarà pari al 4,8% dello stipendio;
Per chi ha un reddito tra 20mila e 40mila euro, invece, il sistema sarà diverso. Si procederà non con una somma aggiuntiva in busta paga, ma con una detrazione:
- per chi guadagna tra i 20mila e i 32mila euro ci sarà una detrazione pari a mille euro
- per chi guadagna tra 32mila e 40mila euro, l’importo si ridurrà gradualmente, fino ad essere azzerato sopra i 40mila euro.