Non è stato il rientro dalla sosta che il designatore Rocchi sperava. Due settimane passate cercando di spegnere i fuochi della giornata pre-nazionali, quella dei 9 rigori con la ragionevole certezza che fossero almeno un paio in più e con la necessità di alzare l’asticella dei fischi che mandano dal dischetto. Arbitri e Var sono stati travolti da proteste e polemiche un po’ ovunque e c’è chi ha evocato (Fabiani direttore sportivo della Lazio) addirittura una class action per l’abolizione della video assistenza colpevole di non aver avuto la voglia o il coraggio di segnalare una possibile espulsione dello juventino Douglas Luiz.
Lamentele circostanziate anche da parte dell’Empoli, malumori diffusi ovunque che sono stati attutiti in parte dalle vittorie di Milan e Inter che hanno contribuito a diluire il dibattito su due degli episodi più caldi del fine settimana. Insomma, un mezzo casino che si somma a un inizio di stagione a corrente alternata per gli arbitri e nel quale Rocchi è dovuto tornare a spiegare a tutti un paio di concetti fondamentali: non si può fischiare sempre e comunque rigore perché alla tv si vede un contatto e non è detto che la casistica codificata degli step on foot (cartellino giallo automatico e penalty se accade in area) debba necessariamente portare a una revisione al video.
Parole perse nel vento di un week end in cui in campo le cose non sono andate benissimo e non sempre al Var c’è stato il guizzo per correggerle. In ordine di apparizione: il rosso di Reijnders in Milan-Udinese (chiamata dell’arbitro Chiffi) ha fatto storcere il naso ai puristi per la dinamica con cui si è generato ma non poteva essere tolto dal Var, essendoci comunque stato un contatto. La tecnologia ha aiutato sull’annullamento dei due gol dell’Udinese e però la gestione dei cartellini ha scontentato tutti risultando carente.
A Torino in Juventus-Lazio per fortuna il Var ha supportato Sacchi che si era perso la sacrosanta espulsione di Romagnoli. Silenzio, invece, sulla gomitata di Douglas Luiz che ha fatto infuriare la Lazio. Era da rosso certo? Forse. Non è detto. Di sicuro il direttore di gara non aveva visto nulla e per questo la OFR sarebbe stata più che legittimata. Empoli-Napoli è stata decisa da un rigorino della categoria che ai vertici arbitrali non piace. Una volta dato non si toglie, ma dopo settimane passate a spiegare che il rigore deve essere per un fallo che abbia una sua consistenza è chiaro che molti hanno strabuzzato gli occhi vedendo Politano crollare a terra come colpito da un fulmine.
In Roma-Inter, infine, errore da matita blu di Massa che avrebbe dovuto espellere Cristante per il fallo da ultimo uomo su Thuram. Il Var silente? Probabilmente per la posizione del compagno di squadra del romanista che ha fatto mancare il parametro dell’assoluta certezza di essere al cospetto di “un grave ed evidente errore”, però il risultato finale è stato un abbaglio che ha rischiato di cambiare il senso della partita.
La verità è che gli arbitri sbagliano un po’ troppo in campo e per fortuna c’è il Var a correggere la maggior parte degli errori. Siccome, però, l’aspettativa di tutti è che sia una sorta di moviola live (cosa vietata dal protocollo), ecco che l’esercito dei contrari è in azione permanente. Eliminare il Var non è la soluzione. Avere arbitri perfetti non è realistico. Per ora ci si accontenterebbe di trovare allenatori e dirigenti silenti chiedendo, però, ai fischietti un po’ più di regolarità nel tenere una linea di comportamento.