Un cicchetto tre euro, due cinque e poco importa quanti anni hai. Basta pagare. Il cicchetto – i ragazzi lo sanno bene – è un bicchiere molto piccolo, talmente piccolo da contenere solo distillati o liquori senza aggiunta di altro. Si beve tutto d’un sorso. Lo butti giù di “schioppo” – si dice così – “a cannone”, “one shot” e manco te ne accorgi. Anzi, te ne accorgi dopo che te ne sei fatti tre o quattro quando cominci a perdere l’equilibrio e la lucidità.
Alcol a prezzi stracciati, uno Spritz un euro in alcuni bar dei Quartieri spagnoli e del centro storico, un’illegalità diffusa a beneficio di chi vende e a danno di chi beve, soprattutto quando si tratta di ragazzini la cui età si abbassa sempre di più. È significativa la lettera che ci ha mandato una giovane mamma per raccontare al Mattino quello che succede in un bar di via Monteoliveto dove – scrive – “si vendono senza scrupoli alcolici ai minorenni”. E riferisce quello che è capitato a un amico di sua figlia “portato via in ambulanza per il troppo alcol”, e poi anche a sua figlia, che ha sfiorato il coma etilico dopo un paio di drink bevuti nello stesso bar: «Questi locali vanno segnalati – aggiunge S.C. – e vanno fermati: non so come ma vanno fermati prima che accada il peggio». A rendere il consumo più agevole i pochi euro che servono per bere. L’outlet dell’alcol, così lo si potrebbe chiamare, inizia già alle 18, all’orario dell’aperitivo. E che sia lunedì o domenica poco importa, l’offerta low cost rimane la stessa durante tutta la settimana e in ogni quartiere dove insistono locali e localini.
I gestori (non tutti ovviamente) ben volentieri vanno incontro alle tasche dei giovani abbassando i prezzi all’inverosimile: si parte dalla birra piccola a due euro, per salire a 2,50 per la bottiglia più grande o per un aperitivo ad alto tasso alcolico. E poi vodka, liquori e grappe a tre euro, oppure quattro per un gin tonic ma anche in questo caso vale la regola del più si beve meno si spende. Se per un gin tonic servono quattro euro, nei bar del centro storico ne compri due a cinque. L’allarme arriva dai carabinieri del Comando provinciale di Napoli quotidianamente impegnati sul fronte dei controlli. In modo particolare nelle sere del fine settimane e soprattutto nelle zone più calde della movida: Chiaia, Vomero e Decumani.
Girano in borghese, entrano ed escono dai locali più frequentati, l’obiettivo è quello di monitorare la vendita dell’alcol e garantire il rispetto delle regole. Un servizio notturno straordinario a largo raggio dalle 23 fino all’alba per “vivere” insieme con i giovani la movida partenopea, specialmente quella under diciotto che diventa sempre più violenta e aggressiva. E la rissa dell’altra notte a Chiaia, in piazzetta Ascensione, che ha visto scontrarsi gli studenti del liceo Umberto con quelli del Mercalli a colpi di calci e pugni, è solo l’ennesima conferma: cellulari sequestrati e indagini in corso per fare chiarezza su un brutto episodio che ha coinvolto una cinquantina di adolescenti tra i tredici e i sedici anni.
«Giovani, minorenni che assumono atteggiamenti degli adulti, – spiegano i militari – purtroppo quelli sbagliati. Abbiamo il dovere di spiegare loro che non funziona così». Sono sempre i carabinieri a denunciare l’abuso di alcol tra i giovani, uno dei fenomeni che definiscono «a espansione crescente sottovalutato sia dagli adolescenti che dalle loro famiglie». Probabilmente le stesse che – vedi la rissa dell’altra notte a Chiaia – in alcuni casi non hanno esitato ad assolvere i ragazzi minimizzando sui social un evento di assoluta gravità.
Ecco qualche dato fornito dai carabinieri – sulla base di un dossier del ministero della Sanità – per valutare l’entità del fenomeno alcol: in Europa si stima che l’80 per cento degli adolescenti tra i 15 e i 16 anni ne faccia un uso abituale; in Italia la percentuale per la stessa fascia d’età è dell’84 per cento, senza contare che il 45 ha iniziato a bere a tredici anni o anche prima. Napoli segue il trend e conferma il dato nazionale. Da qui la necessità di contrastare in maniera concreta il fenomeno. Pronta a partire una campagna nelle scuole di Napoli e provincia promossa dal Comando provinciale di Napoli: un progetto finalizzato a sensibilizzare i ragazzi sui danni gravi e irreparabili provocati da alcol e droga e sulla necessaria prevenzione della dipendenza. L’idea di strutturare una serie di incontri con gli studenti adolescenti è nata dall’esigenza di educarli a un consumo che sia almeno consapevole.