La freddura di CR7 rivolta all’ex portiere bianconero, oggi a Barcellona, sembra nascondere dell’altro. Basta andare a ritroso nel tempo per trovare le ragioni di questa forma d’acredine del portoghese nei confronti della vecchia signora.
La battuta velenosa con la quale Cristiano Ronaldo ha fatto i complimenti a Szczesny per il trasferimento al Barcellona ha fatto infuriare i tifosi della Juventus. In bianconero sono stati compagni di squadra ma differente è stata la fine della loro esperienza a Torino. “Incredibile, ti sei dovuto ritirare per andare in una big”, la frase del campione portoghese pronunciata dopo Polonia-Portogallo di Nations League: è sembrata una mortificazione nei confronti della società bianconera, l’ultima nella quale il portiere polacco ha militato dopo aver indossato anche le maglie di Agrykola e Legia (all’inizio della carriera), Arsenal, Brentford e Roma.
L’addio senza rimpianti alla Juve per andare al Manchester United
È stato solo uno scherzo o una freddura infelice? Può darsi ma alla luce di come sono andate le cose con la ‘vecchia signora’ è possibile che dietro quella sortita ci sia dell’altro. Cosa? Basta fare un salto indietro nel tempo e risalire a quanto accaduto tre anni fa, quando l’ex di Real Madrid e Manchester United decise di lasciare la Juventus con un anno di anticipo. Lo fece traendosi d’impaccio senza rimpianti né ripensamenti, contento di tornare a Old Trafford oltre a chiudere con l’Italia e la Serie A: in bianconero lo aveva voluto l’ex presidente, Andrea Agnelli, che aveva piazzato il colpo del secolo nella speranza che con CR7 potesse finalmente riuscire a vincere la Champions League. I risultati del campo in Europa e l’avvento del ciclone Covid che squassò il mondo del calcio (e dello sport) e i suoi conti fecero saltare il banco.
Il contenzioso coi bianconeri per le mensilità non pagate
Tutto qui? No, c’è anche una questione molto più importante e fa riferimento alla battaglia legale tra il calciatore e il club per il pagamento della somma di circa 9.8 milioni di euro: è il cumulo, interessi compresi, degli stipendi pattuiti al lordo, congelati durante il periodo della Pandemia e che sarebbero stati successivamente onorati in seguito ad accordi integrativi. Scritture finite nell’inchiesta della Procura di Torino sulle cosiddette manovre stipendi. Cristiano Ronaldo aveva chiesto quasi il doppio della cifra a titolo di risarcimento danni ma secondo i giudici dell’arbitrato si trattava di una richiesta irricevibile per il concorso di colpa nella vicenda.
Le manovre stipendi durante la pandemia di Covid
Perché i conti quadrassero a causa dei mancati introiti provocati dalla pandemia di Covid, la Juventus aveva messo in atto due manovre stipendi (2020 e 2021). La prima faceva riferimento all’intera squadra oltre all’allenatore di allora, Maurizio Sarri. La seconda, invece, era stata caratterizzata da discussioni private con ogni calciatore ai quali fu richiesta la disponibilità a rinunciare ad alcune mensilità per risparmiare 60 milioni a bilancio.
Quella rinuncia, però, aveva una garanzia: gli accordi integrativi firmati dall’ex dirigente, Fabio Paratici (anche lui coinvolto nell’inchiesta che provocò un terremoto ai vertici), per effetto dei quali gli stipendi defalcati sarebbero stati ugualmente corrisposti ai calciatori (compreso CR7). Il campione portoghese, che aveva già lasciato Torino, chiese tramite i suoi avvocati gli atti alla Procura e poi denunciò la Juventus per ottenere “il risarcimento del danno, quantificato nell’importo di euro 19.548.333,33“: fulcro della sua azione erano stati il “comportamento doloso” e la “responsabilità precontrattuale” della Juve. Il collegio arbitrale gli ha dato ragione, ma l’ex club ha impugnato quell’atto.