La critica dell’ex calciatore barese nei confronti del portoghese è durissima. Ma questa volta al centro della discussione finisce anche Fonseca. “Così resti nella terra di nessuno e a fine campionato vai via senza aver trovato una strada”, dice Adani.
Il pareggio per 0-0 tra Milan e Juventus, più ancora il modo in cui è maturato, ha lasciato il segno. I fischi del pubblico di San Siro hanno fatto da cornice sonora a un incontro deludente sotto il profilo dell’intensità e del gioco, dell’interpretazione tattica. Nel mirino ci sono Fonseca e Leao che, sia pure con accenti differenti, vengono messi in controluce durante la puntata di Viva el Futbol. Inizia Daniele ‘Lele’ Adani che critica la scelta del tecnico di sacrificare la squadra per agevolare i compiti in campo all’esterno d’attacco portoghese e, soprattutto, il passo indietro dell’allenatore che finora era andato avanti con la sua coerenza nelle scelte.
“Finora è andato avanti dritto per la sua strada, per la serie: muoio con le mi idee. Invece sabato scorso ho visto altro e adesso non ho capito qual è l’identità che ha e dove vuole andare. Così resti nella terra di nessuno e a fine campionato vai via senza aver trovato una strada. Per agevolare Leao schierando la squadra in un certo modo ha perso molto anche perché Rafa un certo tipo di lavoro in fase offensiva non lo fa. Lui resta lì, sulla sinistra e si blocca tutto”.
Identità, la parola che Fonseca ha contestato in conferenza stampa prima della Champions, sostenendo che è un punto di vista sbagliato nel valutare la sua squadra. Antonio Cassano ascolta, dalla faccia si capisce già qual è il suo pensiero. E va giù duro coi giudizi complessivi sull’incontro. “Milan-Juve è stata una partita di m…a, una roba brutta da vedere, a dir poco fatiscente. Io estremizzo ma non credo di farlo più di tanto – le parole dell’ex giocatore barese -. Quella gara l’hanno vista in tutto il mondo e secondo me si sono chiesti: questo è il campionato italiano? E hanno cambiato canale”.
Il discorso scivola su Leao e sull’ennesima prestazione (ma in questo caso non è stato l’unico) poco brillante. Perché Fonseca lo ha schierato? Cassano tira in ballo l’allenatore e la confusione generata dall’aver proposto una squadra non alla sua maniera. “Questa cosa crea confusione. Quel Milan non era da Fonseca. Perché mettere Leao e adeguare il resto della squadra a lui? Non sa raccordare in mezzo tenendo conto dei movimenti di Morata, non sa attaccare la profondità, non sa giocare spalle alla porta né da seconda punta… per me è una pippa, non è buono e continua a non piacermi. Tutto il mondo sa chi è: ne fa un paio decenti, viene esaltato poi per 14-15 partite non la prende mai. È inutile”.
Il portoghese non è l’unico bersaglio degli strali di Cassano, se la prende anche con Theo Hernandez che ritiene responsabile di un rendimento molto al di sotto delle attese e delle sue potenzialità. “Per me lui e Leao sono un problema per questo Milan. E allora mi chiedo: ma quando Fonseca parla di scudetto lo fa perché ci crede davvero oppure è una sua tattica per far sentire ai calciatori la pressione perché devono fare di più?”.