Il no arriva anche dalla Corte europea dei diritti dell’uomo: inammissibile anche l’ultimo ricorso. Dopo le condanne in Italia finisce nel nulla anche l’ultimo tentativi di mettere dei dubbi sull’omicidio di Sarah Scazzi.
Ci avevano provato, Sabrina Misseri e Cosima Serrano, nel lontano 2018 a riaprire i giochi con un ricorso in estremis a Strasburgo sull’omicidio di Avetrana del 26 agosto 2010.
Sei anni di attesa per una decisione definitiva
Il ricorso, inoltrato sei anni fa, contestava le modalità processuali e la sentenza definitiva emessa dai tribunali italiani.
Tuttavia, la Corte Europea ha ritenuto non fondate le motivazioni presentate dai difensori delle due donne.
Sabrina Misseri, cugina della vittima, e Cosima Serrano, zia della ragazza, si sono sempre dichiarate innocenti, in netto contrasto con la posizione di Michele Misseri, marito di Cosima e padre di Sabrina.
Michele Misseri: «Ho ucciso io Sarah»
Michele Misseri, lo zio di Sarah, continua a dichiararsi unico colpevole dell’omicidio, nonostante la giustizia italiana abbia stabilito il suo coinvolgimento come complice per soppressione di cadavere e inquinamento delle prove.
Condannato a otto anni di reclusione, Misseri ha lasciato il carcere lo scorso febbraio, dopo aver scontato la pena con una riduzione di 696 giorni per buona condotta, e risiede nuovamente nella villetta di via Deledda ad Avetrana, teatro del tragico delitto.
Nel programma Rai FarWest, Michele Misseri aveva detto: «Sabrina e Cosima, perdonatemi per quello che ho fatto. Cosima non ti ho mai messo in mezzo, ma Sabrina me l’hanno fatta mettere in mezzo, non è stata colpa mia, mi hanno imbambolato tutti, mi hanno portato in garage con i tranquillanti. Non ricordo niente. Forza e coraggio vedrai che ce la faremo».
Il caso di Sarah Scazzi
Sarah aveva solo 15 anni quando fu uccisa il 26 agosto 2010 ad Avetrana, in provincia di Taranto. La giovane scomparve mentre si recava a casa della cugina Sabrina Misseri, per poi essere ritrovata priva di vita settimane dopo in un pozzo.
Le indagini rivelarono una tragica dinamica familiare: Sabrina e sua madre Cosima Serrano furono condannate all’ergastolo per il delitto, mentre Michele Misseri, zio di Sarah, si autoaccusò inizialmente dell’omicidio, per poi essere riconosciuto responsabile della soppressione del cadavere.
Cosa succede ora
La decisione della Corte di Strasburgo chiude definitivamente ogni spiraglio per le due donne di contestare la loro condanna a livello internazionale. L’annuncio della sentenza sarà al centro del dibattito di “Quarto Grado” nella puntata di venerdì 29 novembre 2024, su Retequattro.